Archive for June, 2007

Home video: Blockbuster

Per concludere il discorso dell’home video e toccare con mano quanto questo mondo stia cambiando, è interessante dare un’occhiata ai risultati di Blockbuster Inc.

Questo grafico rappresenta i risultati degli ultimi anni: perdite consistenti per lungo tempo e pareggio sostanziale nel 2006.

blockbuster2006.png

E’ chiaro che il mercato statunitense è differente da quello italiano e la competizione è molto più spinta a causa di Netflix. Quest’ultima offre un catalogo di 70mila DVD fra cui scegliere: si ordina via Internet e si riceve via posta.

La capillarità della distribuzione, che era stata uno dei punti di forza del modello Blockbuster, oggi è diventata un peso. Sono state chiuse le attività in Spagna e vendute le sussidiarie in diversi Paesi, fra cui l’Australia.
Il problema ancora una volta è che il mercato home video non ha una vera alternativa online, mentre il mercato tradizionale dei DVD zoppica.

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Osservatorio NGN Anfov

Ieri pomeriggio sono stato all’incontro dell’Osservatorio NGN di Anfov dove si è parlato del futuro delle reti di accesso in fibra, delle regolamentazioni possibili, degli investimenti e dei ritorni sugli stessi.
Interessanti le presentazioni e le diverse riflessioni emerse; ne segnalo solo alcune:

  • storicamente, le infrastrutture di rete vengono rinnovate ogni vent’anni, quindi è normale attendersi un refresh tecnologico nei prossimi anni. Questa è la prima volta che gli investimenti non devono essere realizzati da un monopolista controllato dallo Stato, che ovviamente aveva degli obiettivi di lungo periodo (molto più lungo) e un interesse a sviluppare esternalità positive sul Sistema Paese, rispetto ad un’azienda con azionisti privati: una differenza non da poco;
  • la maggior parte dei progetti NGN esteri puntano a reti FTTH con investimenti notevoli: Verizon 13,8 mld €, NTT 37 mld €, France Telecom 2,9 mld € e Free 1 mld €. La spesa per ogni building parte dai 250 euro di Free ai quasi 800 di NTT e Verizon, passando per circa 600 di FT, con orizzonti temporali leggermente diversi ma soprattutto condizioni di mercato molto differenti. Verizon se la deve vedere con gli operatori di tv via cavo che sono in grado di portare servizi video e di TLC ai propri utenti con rete alternativa al Telco operator; in Giappone NTT investe anche in ottica Paese visto che il 30% dell’azionariato è ancora in mano statale; in Francia, FT è costretta ad investire a causa della pressione competitiva di Free che ha 2,5 mn di utenti BB a marzo 2007 ed un’offerta Triple Play a 29,99€ che ha definito lo standard di riferimento in Europa;
  • la sperimentazione della NGN per Telecom Italia è comunque iniziata con l’accordo, di pochi giorni fa, con Metroweb per lo sfruttamento della rete in fibra di Milano – contratto da 50 milioni di euro per il diritto di utilizzo per 15 anni – e, se non sbaglio, si inizia con 70.000 edifici, accesso a 50Mbps FTTB + Vdsl.

Tutte le discussioni sugli investimenti sono molto interessanti, ma la questione si riduce a una domanda che non ha una risposta certa (almeno per ora): quali sono i ritorni previsti da questi investimenti in fibra ottica sull’accesso quando i Telco perdono sempre di più il controllo dei servizi che viaggiano sulla propria rete ? Il tema della Net Neutrality non è stato affrontato ma è chiaro che è nella testa di tutti gli operatori che vedono incrementare il traffico (Internet) senza vantaggi proporzionali per le loro casse come in passato per la telefonia.

Infine, è chiaro che ci saranno dei risparmi notevoli (opex) quando sarà chiusa la vecchia rete trasmissiva ma i tempi non sono certo brevi, oltretutto tutti gli investimenti realizzati dagli OLO per l’unbundling devono essere ammortizzati prima che accada tutto ciò.

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Una serie di eventi

Sono settimane tappezzate di eventi.

Giovedì scorso sono stato all’evento VMware Symposia 2007. La virtualizzazione – che su mainframe e unix è data per scontata – è solo recentemente diventata di massa anche sui sistemi Intel/AMD e devo dire che i passi fatti negli ultimi anni sono stati molti.
Ad oggi sono soprattutto le aziende di grandi dimensioni che la utilizzano per incrementare la flessibilità delle infrastrutture – per server, storage ma anche e sempre di più per i client – nelle aziende di piccole dimensioni più smaliziate iniziano comunque ad esserci sempre più adozioni.
In realtà, le prime aziende a cui ho visto utilizzare la virtualizzazione erano molto piccole ma in aree innovative (server web). Questa tecnologia permette di avere una gestione dei server molto efficiente: per servizi come i server web è molto utile poter replicare una macchina in pochi minuti spostando un semplice file (la macchina virtuale) da un server fisico – che non ce la fa più – ad un altro nuovo senza rendere per troppo tempo il sito irrangiungibile.
L’11 luglio ci sarà l’evento Virtual IT 2007 dove nel mio intervento approfondirò questo tema.

Ieri c’è stata la presentazione della ricerca annuale sui responsabili dei sistemi informativi CIO Survey (sponsorizzata da AMD, HP e Microsoft e realizzata da NetConsulting). I temi principali di questa ricerca sono le Priorità di business dell’azienda ed Contributo dell’IT al raggiungimento degli obiettivi di business. Da approfondire prossimamente.

Oggi e domani c’è l’evento Adobe, molto interessante e variegato. Adobe non solo è uno dei player più importanti nell’ambito applicativo – Photoshop e Illustrator – ma è anche uno dei più coinvolti nell’evoluzione del web – PDF, Flash, Shockwave, Dreamweaver, Apollo (che cambierà il mondo web) e del futuro della Net TV con Adobe Media Player.

Infine, al Politecnico è in corso adesso l’evento RFId: alla ricerca del valore non posso andarci, quindi spero qualcuno mi racconti come è andata.

In realtà, mi è venuto in mente che il 22 giugno ci sono altri due eventi interessanti:

  • all’Università Bocconi“Le reti di telecomunicazioni del futuro – Tecnologia, concorrenza e finanza”
  • all’Università delle Lingue e della Comunicazione IULM invece ci sarà Condividi la Conoscenza 3

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Il mercato Home Video

L’home video rappresenta circa il 50% delle revenue per le Major di Hollywood, la televisione ed il box office si ripartiscono quasi alla pari il restante 50%, con una lieve superiorità della prima.
Nell’ultimo decennio la vendita ed il noleggio hanno rappresentato una fonte inesauribile di crescita di fatturato, o almeno così sembrava fino ad un paio di anni fa.

Dopo molti anni di crescite a doppia cifra, a partire dal 2004, l’home video ha mostrato segnali di debolezza in tutti i mercati : gli Stati Uniti hanno perso lo 0,8% nel 2005 e lo 0,5% nel 2006 (mercato totale: circa 24 miliardi di dollari); l’Europa ha perso il 6,7% nel 2005 (mercato totale: circa 11,5 miliardi di euro), mentre l’Italia è rimasta con valori positivi (ma di poco) grazie soprattutto all’edicola che da alcuni anni traina il settore (mercato totale Italia circa un miliardi di euro).
Fonti: Stati Uniti, Deg Group; Europa, Screen Digest; Italia, Univideo.

In realtà, le quantità vendute crescono ma sono i prezzi medi a collassare ed anche il noleggio si contrae.

All’inizio di luglio si avranno i dati definitivi per l’Italia del 2006. Si sa già che le vendite di DVD sono cresciute dell’11%, mentre a valore l’incremento è stato del 4% – senza contare le edicole – e ovviamente il mercato delle videocassette è in discesa libera (-71% in valore).

I dati non sono catastrofici, ma tenendo conto del +17% (in Italia 2002) e del +21% (USA 2002) i tempo sono senza dubbio cambiati.

Ad oggi, l’online rappresenta ancora un dato trascurabile rispetto al tradizionale ma è chiaro che questa situazione è destinata a cambiare… appena si troverà un modello di business sostenibile, visto che le iniziative fino ad oggi sono state abbastanza deboli. Negli Stati Uniti il fatturato video online è stato di quasi 300 milioni di dollari (2006, Strategy Analytics).

Il mercato online non è in grado di crescere in modo significativo: nonostante siano molte le persone che guardano contenuti video sul PC (e device mobili) oppure che si sono attrezzate per portare il segnale sul TV Set, il mercato di massa ha bisogno d’altro per poter veramente esplodere.

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Rapporto Assinform 2007

Oggi è stato presentato il Rapporto Aitech-Assinform – realizzato da NetConsulting – in Assolombarda.
I dati macro di fine anno erano stati già anticipati nel febbraio scorso: informatica +1,6% e telecomunicazioni + 2,1% per un complessivo + 2% del mercato ICT (rispetto al 2005).
Sono invece più interessanti questi primi tre mesi del 2007, dove le telecomunicazioni sono cresciute solo dello 0,9% (rispetto ad un +4,9% del periodo precedente). Una crescita molto contenuta; mai visto un dato così basso negli ultimi dieci anni (come minimo).

E’ chiaro che la spinta propulsiva dei servizi di telefonia mobile – che ha permesso anche in periodi di mercato difficili di avere crescite di tutto rispetto – è mancata.
L’abolizione dei costi di ricarica e l’introduzione di maggiore concorrenza attraverso gli operatori mobili virtuali potrebbe ulteriormente raffreddare questo mercato.

A settembre vedremo i dati del primo semestre.

Le presentazioni dell’evento sono sul sito di NetConsulting e di Aitech-Assinform, dove c’è anche lo streaming video (o almeno dovrebbero esserci) .

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P2P: Joost vs World of Warcraft

La distribuzione di contenuti in modalità Peer to Peer permette di ridurre l’impatto sui costi delle infrastrutture.
Gli utenti diventano essi stessi server di distribuzione; modalità utilizza inizialmente dalla pirateria e oggi utilizzata in tutte le salse.
In definitiva Joost utilizza questa soluzione per poter distribuire al maggior numero di utenti col minore investimento.

Il più importante gioco online – World of Warcraft – per distribuire gli aggiornamenti software utilizza una modalità di distribuzione P2P. Il motivo è lo stesso, spostare una parte dei costi delle infrastrutture sulla periferia: gli utenti.

Qual è il nesso fra i due ? WoW distribuisce le patch del gioco a 9 milioni di utenti; si tratta dello stesso file, l’efficienza della modalità P2P è evidente. Al contrario, Joost deve distribuire centinaia di flussi video differenti… molto più complesso e molto meno efficiente… La scalabilità verso l’alto per WoW garantita, mentre Joost avrà sempre più contenuti differenti da distribuire…

In questo caso, la Long Tail diventa un’arma a doppio taglio, potrebbe ridurre notevolmente i vantaggi della distribuzione P2P.

P.S. In realtà non viene distribuito lo stesso file a 9 milioni di utenti perché ci sono le versioni localizzate, ma il discorso non cambia molto

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